Nel Torinese ciò che balza immediatamente all'occhio è che di calcare ce n'è veramente pochino e per lo più sparso qua e là in piccole lenti. E dove non c'è il calcare, per definizione, non ci sono le grotte.
Nel Canavese, nella bassa Valle Locana, a Sparone (loc. Vasario), dopo una buona camminata, si raggiunge la grotta "La Custreta" che si apre nel marmo e ha uno sviluppo di circa 200 m con belle condottine freatiche; essa presenta una fauna peculiare che è stata recentemente studiata. La stessa fauna endemica è possibile trovare nella grotta "Boo' d'la Faia" a 1800 m di quota, nella valle di Ribordone, salendo dal Santuario di Prascondù, in frazione Talosio.
In val di Lanzo la Borna maggiore del Pugnetto (sviluppo di circa 700 m) è in Italia la grotta più lunga nel calcescisto, inoltre è un sito protetto dall'Unesco per la fauna ipogea endemica. Alcune sale di grandi dimensioni ricordano, nella severità delle forme, grotte ben più blasonate.
In alta valle di Susa, la zona del M.Seguret presenta una serie di ampi Cavernoni nella dolomia posti a quote superiori ai 2000 m che in estate costituiscono uno spettacolo assai suggestivo.
Interessante la visita ad Angrogna (itinerario segnalato) della Ghieisa d'la Tana, rifugio durante le persecuzioni dei Valdesi.
Nell'Alessandrino, la grotta di maggior estensione (ca. 350 m) è la "Tana di Morbello", presso l'omonimo paese, in frazione Costa; è una grotta percorribile con difficoltà nel ramo attivo dove bisogna procedere in meandri bassi e molto "umidi"; il primo tratto è invece di accesso relativamente facile e presenta un ramo collaterale con suggestive vaschette concrezionate alimentate da un pigro torrentello. La fauna è particolarmente interessante, come anche nella Grotta di Lussitto, presso l'abitato di Acqui Terme, una fessura allargata alta in alcuni punti quasi 10 m e popolata da numerosi artropodi troglofili, nonché da qualche solitario pipistrello.
Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro: all'interno dell'area protetta vi sono alcune delle aree carsiche d'alta quota tra le più significative delle Alpi. All'interno del Parco si contano oltre 450 grotte note tra cui alcune delle più importanti cavità italiane (sistema di Piaggiabella 38 km 950 m di profondità, grotta Labassa 17 km di sviluppo, sistema delle Carsene 759 m di profondità 16 km di sviluppo). Ogni anno nuove scoperte da parte dei gruppi speleologici italiani e francesi accrescono la conoscenza di questo immenso patrimonio naturalistico. L'Ente Parco, in stretta collaborazione con l'AGSP, sta promuovendo varie iniziative per divulgare la conoscenza e la frequentazione di questi aspetti ancora poco noti del territorio piemontese. Una buona rete di sentieri e di rifugi permette di aggirarsi sugli altopiani carsici del Parco alla scoperta delle infinite forme carsiche di superficie, attraversando paesaggi quasi lunari che di colpo si aprono in praticelli ricchissimi di fiori piante rare, mentre sulle cenge delle grandi pareti calcaree non è difficile scorgere i camosci.
Il Parco da anni collabora con l' AGSP, patecipando all'organizzazione di manifestazioni quali gli incontri speleologici regionali (1994 e 2001) e la manifestazione nazionale Chiusa '98 con il congresso scientifico della Società Speleologica Italiana. Frutto importante di questa collaborazione è stata la pubblicazione del libro Marguareis per Viaggiatori, guida escursionistica ai fenomeni carsici del Parco e della zona. Nei programmi del Parco, oltre alla valorizzazione turistica di grandi fenomeni quali le cascate stagionali del Pis e della Fus, trova spazio l'attenzione alle grotte in quanto biotopi d'elezione per ricerche faunistiche, palinologiche e biologiche nonchè l'interesse a realizzare un attento monitoraggio delle sorgenti carsiche
- Parco Naturale Alpi Marittime: i fenomeni carsici presenti nel Parco si trovano nel vallone del Sabione e nella Riserva di Palanfrè; in quest'ultima area le forme carsiche di superficie sono molto evidenti nella zona di pian Colombo e della costa Lausea. Le grotte note nel Parco sono poche e di piccola estensione.
- Parco Naturale del Po tratto Cuneese: il Parco ospita l'ingresso della grotta di Rio Martino, splendida cavità lunga oltre 3 Km percorsa da un torrente sotterraneo che crea una grandiosa cascata di circa 40 metri. Il primo tratto è visitabile anche da non esperti.
- Parco Naturale del Monte Fenera: la presenza delle grotte, con il loro immenso patrimonio archeologico, sono state una delle motivazioni principali per l'istituzione dell'area protetta. Il monte Fenera costituisce infatti, non solo il massiccio carsico più significativo del Nord Piemonte per le cavità attualmente conosciute, ma anche un'area archeologica di rilevantissima importanza proprio per i reperti trovati in grotta. Delle cavità note in zona (circa 70) le più importanti sotto l'aspetto speleologico sono la grotta delle Arenarie (lunga 3 km) e quella della Bondaccia, mentre i siti archeologici